È un esempio di scrittura partecipata, avviato in modo del tutto estemporaneo con l’invenzione di un fantomatico studente “13,5” (la metà dell’elenco della classe) che sarebbe vissuto nell’armadio d’aula. La consegna per gli studenti consisteva nello scrivere a turno nell’arco dell’anno una pagina di diario dello studente 13,5, sulla base di poche regole situazionali. La scrittura si è sviluppata in modo autonomo: ogni nuovo contributo si è agganciato al precedente, proseguendone la linea narrativa ma allo stesso tempo rispondendo al gusto dell’autore. L’oggetto narrativo che ne è risultato oscilla tra generi e toni espressivi diversi, ma nel complesso mantiene una fondamentale continuità narrativa che è stata richiamata nel testo conclusivo, risultato di una scrittura finale collettiva.